Coltivare la pace. Chi e come
di Marinella Correggia Tag: complesso militar-industriale; tecniche di diserzione, obiezione multiform, obiezione multiforme.
Pubblicato 06/05/2024
Che fare? È l’eterna e attuale domanda al tempo eterno e attuale delle trincee
fangose, degli assedi assetanti a milioni di civili, degli scontri manu militari intra-nazionali e internazionali, del terrorismo alla Daesh frutto delle guerre Nato-Golfo, della nuova «strategia industriale per la difesa» che ha messo il turbo (per usare le parole della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen), dell’isteria che induce potenze di Ovest ed Est ad accusarsi reciprocamente di essere una minaccia esistenziale. L’utopia di Isaia («forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione e non insegneranno più la guerra») può suonare come ingenua fantapolitica.
Eppure le guerre e il complesso militar-industriale interpellano tutti perché sono il supremo flagello, con un perdurante impatto plurimo, umano, ambientale, sociale, geopolitico. Compie 100 anni l’appello alla diserzione generale formulato da Ernst Friedrich. Un pressante invito tuttora declinabile, in tante forme. A partire dalla prevenzione e dall’economia di pace. Traendo lezioni dagli errori e dalle ignavie degli ultimi decenni.